La rinascita della fortuna di Dante in Gran Bretagna vis-à-vis l'ideologia e l'estetica mainstream nell'epoca romantica : il caso della metamorfosi del Lucifero dantesco nella triade Milton, Cary, e Blake
La straordinaria fortuna di Dante nella cultura britannica fra la fine del Settecento e il primo trentennio dell'Ottocento - vista attraverso le lenti di Henry Francis Cary, autore di una traduzione canonica della Commedia in lingua inglese, e quelle di William Blake, il poeta-illustratore di D...
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Zusammenfassung: | La straordinaria fortuna di Dante nella cultura britannica fra la fine del Settecento e il primo trentennio dell'Ottocento - vista attraverso le lenti di Henry Francis Cary, autore di una traduzione canonica della Commedia in lingua inglese, e quelle di William Blake, il poeta-illustratore di Dante per antonomasia - getta un fascio di luce sulle idee religiose, politiche ed estetiche dominanti in quel periodo. I romantici britannici modernizzano l'escatologia medievale della Commedia, alcuni di essi deteologizzano in toto la visione dantesca. Notevole è la forza attrattiva dell'anticlericalismo dantesco, inteso come segno di proto-protestantesimo. Il paradigma romantico è ambivalente: viene riconosciuta la genialità di Dante, ma il suo peculiare plurilinguismo con forti accenti realistici è ritenuto dissonante nell'epica religiosa. Il realismo figurativo, reputato grottesco, contraddice i dettami del sublime-patetico elaborati da Burke. Eloquente la comparazione fra la rappresentazione dantesca di Lucifero e le sue metamorfosi in epoca romantica, il cui archetipo è il Satana eroico di Milton. H. F. Cary e W. Blake, nel tradurre Dante, dialogano con due testi originali, La Commedia e il Paradise Lost, talché il Satana eroico di Milton si sovrappone al Lucifero bestiale del Canto XXXIV dell'Inferno. Il Satana blakeano - emblema di un'umanità decaduta a causa di un'immaginazione poetica rattrappita - modernizza ma non offusca il sostrato concettuale del male assoluto espresso dalla metafisica cristiana.
L'extraordinària popularitat de Dante en la cultura britànica entre finals del segle XVIII i principis dels anys del segle XIX - vista a través dels ulls d'Henry Francis Cary, autor d'una traducció canònica de la Comèdia en anglès, i de William Blake, el poeta-il·lustrador de Dante per excel·lència - llança llum sobre les idees religioses, polítiques i estètiques dominants en aquest període. La comparació entre el Llucifer de Dante, una figura bestial, i la seva metamorfosi en l'heroic Satán de Milton, mostra interessants conclusions. Atès que els romàntics consideraven a Milton com un model, tant Cary com Blake entren en diàleg amb dos textos originals, la Comèdia i el Paradís Perdut, en traduir a Dante. El Satanàs de Blake és l'epítom d'una humanitat la caiguda de la qual prové d'una imaginació poètica marcida. Aquesta visió modernitza, no enterboleix però, la noció de maldat absoluta que sustenta la metafísica cristiana.
Dante's extraordinary popularity in |
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