Massimo il Greco sull'iconografia
Solitamente in area slava l'icona veniva chiamata Il re della Gloria (Car' Slavy) oppure Condiscendenza (Schozdenie). Il papa di Roma Gregorio occupò la cattedra di Pietro negli anni 590-604, tuttavia i ricercatori hanno da tempo stabilito che la leggenda sulla sua visione, durante la litu...
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Veröffentlicht in: | Studi slavistici 2010-01, Vol.7, p.385 |
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1. Verfasser: | |
Format: | Artikel |
Sprache: | ita |
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Online-Zugang: | Volltext |
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Zusammenfassung: | Solitamente in area slava l'icona veniva chiamata Il re della Gloria (Car' Slavy) oppure Condiscendenza (Schozdenie). Il papa di Roma Gregorio occupò la cattedra di Pietro negli anni 590-604, tuttavia i ricercatori hanno da tempo stabilito che la leggenda sulla sua visione, durante la liturgia, del Cristo morto nella tomba con gli strumenti della passione, apparve solo nel XIV secolo17. La composizione arrivò inizialmente in Italia da Bisanzio; verso il XIV sec. si sviluppò il culto dell'antica icona bizantina a mosaico, il "Cristo nella tomba", la quale si trova ancora oggi nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Dalla metà del XVI sec., comunque, il nome " Accidia" scompare dall'uso, mentre la composizione in tutti i suoi aspetti (solo il Cristo morto oppure il Cristo sostenuto dalla Madre di Dio, che diventa la variante più frequente per il XVI sec., e anche l'unione in una sola composizione del Salvatore Acheropito e del Cristo nella tomba) cominciò a essere chiamata con le parole dell'irmos del nono canto del canone della mattina del Sabato Santo: "Non piangere su di me, o Madre (Ne rydaj mene, Mati)". Bibliografia Belting 1990: H. Belting, The Image and Its Public in the Middle Ages. |
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ISSN: | 1824-761X 1824-7601 |