Il documentario e la diaspora italiana. Lo sguardo transgenerazionale di Claudio Pazienza
Il recente successo del documentario italiano può essere attribuito, secondo Emiliano Morreale, alla sua capacità di mostrare ? almeno nei casi più riusciti ? «cose nuove (non più cose, ma cose viste con più pazienza e rispetto)».1 Grazie al suo sguardo innovativo il film documentario italiano può o...
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Format: | Artikel |
Sprache: | eng |
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Zusammenfassung: | Il recente successo del documentario italiano può essere attribuito, secondo Emiliano Morreale, alla sua capacità di mostrare ? almeno nei casi più riusciti ? «cose nuove (non più cose, ma cose viste con più pazienza e rispetto)».1 Grazie al suo sguardo innovativo il film documentario italiano può ora essere considerato uno degli ambiti artistici più fecondi e vivaci, la cui esplorazione di problematiche politiche attraverso una peculiare ricerca formale continua a generare prospettive inedite non solo sull'Italia e sugli italiani, ma anche sul resto del mondo.2 Oltre a quella prodotta in Italia la documentaristica italiana comprende la produzione transnazionale della diaspora italiana,3 tra cui si annoverano i documentari di registi italiani stabilitisi all'estero in anni recenti o figli delle migrazioni storiche.
Claudio Pazienza, nato nel 1962 a Roccascalegna in Abruzzo e emigrato l'anno successivo insieme alla sua famiglia, è figlio della prima generazione di italiani trasferitisi in Belgio nel quadro degli accordi bilaterali di scambio di forza lavoro italiana impiegata soprattutto nel settore carbonifero.4 La presenza solo marginale di tematiche direttamente riconducibili alla migrazione storica e la scelta di un genere in bilico tra documentario e film saggio fanno di Pazienza un esponente atipico della documentaristica della diaspora italiana. Invece di affrontare la questione delle radici e del proprio passato familiare in una prospettiva prevalentemente tematica, l'opera del documentarista italo-belga trasforma il documentario in un vero e proprio spazio di negoziazione e di scambio che non solo è irrispettoso dei confini nazionali (italiani o belgi che siano), 5 ma si nutre anche di una "e;fluidità di stili e pratiche"e;, quali il bricolage e la traduzione culturale,6 fluidità che induce a riflettere sulla natura costruita delle nozioni di cultura e confine e del rapporto tra le due:7 Pazienza ridefinisce l'"e;italianità"e; in un dialogo tra individui e soggetti collettivi, tra Italia, Belgio e altri spazi d'oltreconfine. |
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ISSN: | 1124-1578 1124-1578 |