ANCORA SULLA BALLATA «MOLTO À CH’IO NON CANTAI
Il componimento qui studiato, una ballata copiata su un registro del Comune di San Gimignano dell’anno 1300, fu scoperto e pubblicato nel 1888 da Giosuè Carducci. Dopo essere stata a lungo considerata di origine siciliana, la ballata venne nel 1966 da Ignazio Baldelli inclusa nella categoria, da lui...
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Veröffentlicht in: | Medioevo letterario d'Italia 2004-01, Vol.1, p.51-72 |
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1. Verfasser: | |
Format: | Artikel |
Sprache: | ita |
Online-Zugang: | Volltext |
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Zusammenfassung: | Il componimento qui studiato, una ballata copiata su un registro del Comune di San Gimignano dell’anno 1300, fu scoperto e pubblicato nel 1888 da Giosuè Carducci. Dopo essere stata a lungo considerata di origine siciliana, la ballata venne nel 1966 da Ignazio Baldelli inclusa nella categoria, da lui definita, delle «rime siculo-umbre», dopo di che cadde in oblio. In questo articolo ne viene proposto un nuovo testo critico (con alcune modifiche rispetto alle edizioni precedenti), seguito da un commento stilistico-linguistico, unexcursussulla forma metrica (con una rassegna degli altri esempi noti di composizione dello stesso schema, uno dei quali in occitanico) e una proposta di revisione della tesi di Baldelli.
This poem, a ballata, was copied in the year 1300 in a register of the Comune of the Tuscan town of San Gimignano. It was first discovered and published by Giosuè Carducci in 1888, and for some time it was commonly believed to be of Sicilian origin. In 1966, however, Ignazio Baldelli proposed to include it in the small group of «Siculo-Umbrian» poems recently defined by him, and the poem fell into oblivion. This article contains a new critical text of the ballata, a stylistic and linguistic comment, an excursus dedicated to its metrical form (and to the other existing poems following this form, one of which in Occitan) and a revision of Baldelli’s thesis. |
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ISSN: | 1724-9090 1825-389X |