L’italiano di plastica nella televisione e nei quotidiani: Stereotipia linguistica dei mass media e incidenza sull’uso dei parlanti
I mezzi di comunicazione si configurano ormai come un oggetto di studio esplorato da svariate prospettive, non ultima quella linguistica. Tra i tratti unanimemente riconosciuti ci sono la grande variabilità in conseguenza degli innumerevoli tipi di programma, in un incessante avvicendarsi di toni e...
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Veröffentlicht in: | Forum italicum 2017-11, Vol.51 (3), p.703-726 |
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1. Verfasser: | |
Format: | Artikel |
Sprache: | eng |
Online-Zugang: | Volltext |
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Zusammenfassung: | I mezzi di comunicazione si configurano ormai come un oggetto di studio esplorato da svariate prospettive, non ultima quella linguistica. Tra i tratti unanimemente riconosciuti ci sono la grande variabilità in conseguenza degli innumerevoli tipi di programma, in un incessante avvicendarsi di toni e registri. Lo stile brillante, espressivo, connotativo è stato spesso accostato ai mass media, che hanno, tra i loro obiettivi, quello di attirare l’attenzione dello spettatore con frasi a effetto, con un lessico comprensibile e facilmente riconoscibile. Questo tipo di lessico può scadere nello stereotipo, nella frase che si ripete uguale nello stesso contesto e nella stessa situazione, meccanismo spesso usato dai giornalisti dei quotidiani o dei telegiornali, che dovendo lavorare in tempi ristretti ricorrono a volte a una fraseologia e a un dizionario preconfezionati; alcuni esempi: scendere in campo, a 360 gradi, luci ed ombre. Il presente lavoro dà conto di alcune espressioni stereotipate che hanno una particolare frequenza nei tg nazionali e sulle pagine dei principali quotidiani online, ne illustra l’uso e il significato con degli esempi salienti, e ne discute l’eventuale elaborazione fatta dai parlanti verificandone l’occorrenza in un corpus di italiano parlato. L’analisi non intende essere esaustiva, ma vuole mettere in evidenza la buona tenuta della lingua di plastica (secondo la definizione data da Castellani Polidori, 1995) nei mass media, ridimensionando invece la sua penetrazione nel parlato comune. L’indagine, oltre a restituire la sensazione di una moderata (e non pedissequa né esasperata) riproduzione della lingua dei media da parte dei parlanti, conferma la complessità del rapporto tra la TV, i giornali e il pubblico, che non si configura più nei termini di un’influenza unidirezionale. |
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ISSN: | 0014-5858 2168-989X |
DOI: | 10.1177/0014585817709271 |