Modelli inversi. L’analogico come verifica del digitale

L’importanza della rappresentazione come spazio per la costruzione di modelli è sempre stata centrale nella pratica architettonica. Tali modelli sono sempre serviti come mezzo di verifica delle idee, secondo un approccio progettuale definibile di form-checking. Con la transizione digitale questo rap...

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Veröffentlicht in:Disegno (Roma) 2024-06 (14)
Hauptverfasser: Fabio Bianconi, Marco Filippucci, Giulia Pelliccia
Format: Artikel
Sprache:eng
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Zusammenfassung:L’importanza della rappresentazione come spazio per la costruzione di modelli è sempre stata centrale nella pratica architettonica. Tali modelli sono sempre serviti come mezzo di verifica delle idee, secondo un approccio progettuale definibile di form-checking. Con la transizione digitale questo rapporto si ribalta e i modelli vengono sempre più identificati da parametri e informazioni che possono fornire analisi, previsioni e individuare soluzioni, in un approccio che diviene così di form-finding. Se, tuttavia, idea e forma erano inizialmente “disegnate” nella mente e sulla carta, oggi nella mente rimangono l’idea e la figura, mentre il disegno digitale trova la forma a ragione delle prestazioni ricercate. La ricerca qui presentata analizza tre casi di studio in cui i modelli stigmatizzano le relazioni fra ideazione, verifica e realizzazione. Il primo caso di studio riguarda la costruzione della camera di Ames, un tema iconico della percezione, realizzata come un padiglione temporaneo, generato attraverso algoritmi generativi, modelli BIM e fabbricazione digitale. Il secondo caso di studio presenta la realizzazione di una test room, modello costruito per monitorare in tempo reale e confrontare le prestazioni effettive con i dati simulati da algoritmi multi-obiettivo. Il terzo caso di studio riguarda la ricerca sperimentale su elementi architettonici igroscopici in legno stampato in 3D, modelli analoghi che mostrano il ruolo della rappresentazione nel rapporto fra progettazione, fabbricazione e responsività.
ISSN:2533-2899
DOI:10.26375/disegno.14.2024.12