Lo studio della struttura di boschi vetusti nell’Appennino meridionale come base per la definizione di approcci selvicolturali sostenibili

Il lavoro, dopo una breve sintesi sull’ importanza e sul significato delle foreste vetuste, riporta un’analisi  delle modalità di gestione che hanno determinato la semplificazione strutturale dei boschi lungo l’Appennino Meridionale.  In base ai risultati  di studi  presenti in letteratura, viene es...

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Veröffentlicht in:Italia forestale e montana 2024-04, Vol.79 (1), p.7-23
1. Verfasser: Iovino, Francesco
Format: Artikel
Sprache:eng
Online-Zugang:Volltext
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Beschreibung
Zusammenfassung:Il lavoro, dopo una breve sintesi sull’ importanza e sul significato delle foreste vetuste, riporta un’analisi  delle modalità di gestione che hanno determinato la semplificazione strutturale dei boschi lungo l’Appennino Meridionale.  In base ai risultati  di studi  presenti in letteratura, viene eseguita una  comparazione delle caratteristiche strutturali di faggete e pinete di laricio,  gestite applicando  forme di uso tradizionale, con boschi delle stesse tipologie fisionomiche ma con caratteri di vetustà. Da tali  studi è emerso come in entrambi i casi  la tipologia strutturale è di tipo stratificato a piccoli gruppi. La differenza di età tra i gruppi, nei boschi vetusti è data dall’intervallo di tempo con cui si verificano i crolli delle piante; in quelli nei quali è applicato il «taglio a scelta a piccoli gruppi», è, invece,  dovuta  all’intervallo tra un intervento e il successivo. Il lavoro evidenzia, : a) come la dinamica strutturale indotta da quest’ultima modalità di trattamento  si avvicini a quella che avviene in assenza dell’intervento antropico; b)  in quale misura le forme tradizionali di utilizzo dei boschi riproducano di fatto la dinamica naturale; c)  l’importanza  dello studio delle formazioni vetuste per ricavare  indicazioni sui trattamenti selvicolturali sostenibili.
ISSN:0021-2776
2036-3494
DOI:10.36253/ifm-1123