Corallatori e guerra di corsa tra Sardegna e Corsica (1755‑1768)

I pescatori di corallo liguri sono una presenza costante nelle acque tra Sardegna e Corsica durante i secoli dell’età moderna. Una presenza stagionale, che si perpetra di anno in anno, garantita da comodi punti di appoggio e da privilegi, che deve fare i conti con la minacciosa e altrettanto costant...

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Veröffentlicht in:Rives méditerranéennes 2018-12, p.71-87
1. Verfasser: Beri, Emiliano
Format: Artikel
Sprache:ita
Online-Zugang:Volltext
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Beschreibung
Zusammenfassung:I pescatori di corallo liguri sono una presenza costante nelle acque tra Sardegna e Corsica durante i secoli dell’età moderna. Una presenza stagionale, che si perpetra di anno in anno, garantita da comodi punti di appoggio e da privilegi, che deve fare i conti con la minacciosa e altrettanto costante presenza dei corsari barbareschi. Nel xviii secolo, proprio quando la corsa barbaresca cala d’intensità, ecco la comparsa di una nuova minaccia, collegata all’insurrezione còrsa contro Genova (1729-1768). Se nei primi decenni la sollevazione ha una dimensione eminentemente terrestre coinvolgendo relativamente il mare, nel 1755, con l’avvento di Pasquale Paoli alla guida del fronte ribelle, la situazione cambia radicalmente. Su iniziativa di Paoli viene organizzata una marina da guerra per correre il mare in traccia del naviglio mercantile genovese. I corallatori finiscono così in prima linea, perché le rotte che frequentano e le aree di pesca diventano terreno di caccia per i corsari. Ecco quindi la necessità di proteggere sé stessi e la loro attività con l’organizzazione di convogli, con le richieste di navi da guerra di scorta e con varie forme di autodifesa (dalla richiesta di protezione al re di Sardegna alle azioni di forza, autogestite, contro i corsari).
ISSN:2103-4001
2119-4696
DOI:10.4000/rives.5694