Lettere a Oreste Macrí: schedatura e regesto di un fondo, con un'appendice di testi epistolari inediti
Con questo libro curato da Dario Collini, che raccoglie il lavoro di giovani ricercatori guidati da Anna Dolfi («GREM» «NGEM») che si sono occupati dei 17.000 pezzi epistolari del Fondo Macrì, si offre uno straordinario strumento di lavoro a chi si interessa di Ermetismo, di critica e poesia del Nov...
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Format: | Buch |
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Sprache: | ita |
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Zusammenfassung: | Con questo libro curato da Dario Collini, che raccoglie il lavoro di giovani ricercatori guidati da Anna Dolfi («GREM» «NGEM») che si sono occupati dei 17.000 pezzi epistolari del Fondo Macrì, si offre uno straordinario strumento di lavoro a chi si interessa di Ermetismo, di critica e poesia del Novecento italiano. Ombre dal fondo o ‘luci intermittenti' che siano, i bagliori mandati dagli epistolari sono segni della genesi umana della cultura, visto che conservano traccia di quanto è legato al quotidiano che contribuisce alla costruzione della ‘grande' storia e della progettualità; intellettuale e politica che l'accompagna. Ecco allora che letture, libri, riviste, collaborazioni, amicizie, risentimenti, viaggi, passioni letterarie e private emergono da questi regesti, a dare voce a un'epoca e ai suoi protagonisti.Anna Dolfi insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Firenze ed è socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei.
Tra i maggiori studiosi di Leopardi, leopardismo, narrativa e poesia del Novecento, ha sempre posto l'Ermetismo al centro del suo lavoro critico. Ha curato due fondamentali volumi su L'ermetismo e Firenze (FUP, 2016) dedicati a maestri e modelli, critici, traduttori, poeti, di quella straordinaria esperienza di cui Macrí è stato eccezionale teorico, testimone, custode. Dario Collini è dottorando in Studi italianistici all'Università di Pisa con una tesi sul carteggio Anceschi-Macrí. Ha pubblicato saggi sui rapporti letterari tra Lecce e Firenze nel Novecento. Ha curato l'epistolario Macrí-Pagano (FUP 2016), ha in stampa quello tra Anceschi e Giuseppe De Robertis. [Testo dell'editore] |
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