Richard Nikolaus Graf Coudenhove-Kalergi, die „Paneuropa-Union“ und der Faschismus 1923–1938

In un primo momento Coudenhouve-Kalergi concepì la „Paneuropa“ come un’unione di stati democratici. Purtuttavia tentò già nel 1923 di coinvolgervi anche il fascismo, considerandolo una potenza legittima per combattere il bolscevismo. In quanto deciso avversario del nazionalsocialismo, sperava fin da...

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Veröffentlicht in:Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 2019-03, Vol.98 (1), p.326-369
1. Verfasser: Thöndl, Michael
Format: Artikel
Sprache:eng
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description In un primo momento Coudenhouve-Kalergi concepì la „Paneuropa“ come un’unione di stati democratici. Purtuttavia tentò già nel 1923 di coinvolgervi anche il fascismo, considerandolo una potenza legittima per combattere il bolscevismo. In quanto deciso avversario del nazionalsocialismo, sperava fin dal 1933 che Mussolini avrebbe garantito l’indipendenza dell’Austria. Tra il 1933 e il 1936 propagò una „Paneuropa fascista“, ma la nascita dell’„asse“ tra l’Italia e la Germania portò a un suo – inizialmente poco convinto – distacco dal fascismo. Fino a quel momento il dittatore italiano e la diplomazia italiana avevano cercato di utilizzare i suoi contatti politici, aprendogli in cambio la possibilità di pubblicare in Italia interventi tesi a legittimare la guerra in Etiopia, a differenziare la nazione austriaca da quella tedesca, o a rifiutare la dottrina della razza dei nazionalsocialisti. La polizia segreta fascista lo considerò però sempre un incorregibile antifascista. Verso la fine del 1937 Coudenhouve-Kalergi diede alle stampe la sua opera „Stato totale – l’uomo totale“ dalle tendenze moderatamente antifasciste la cui introduzione in Italia fu proibita. Ciononostante cercò ancora nel 1938 dall’esilio svizzero – ora però invano – la collaborazione con il fascismo.
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Purtuttavia tentò già nel 1923 di coinvolgervi anche il fascismo, considerandolo una potenza legittima per combattere il bolscevismo. In quanto deciso avversario del nazionalsocialismo, sperava fin dal 1933 che Mussolini avrebbe garantito l’indipendenza dell’Austria. Tra il 1933 e il 1936 propagò una „Paneuropa fascista“, ma la nascita dell’„asse“ tra l’Italia e la Germania portò a un suo – inizialmente poco convinto – distacco dal fascismo. Fino a quel momento il dittatore italiano e la diplomazia italiana avevano cercato di utilizzare i suoi contatti politici, aprendogli in cambio la possibilità di pubblicare in Italia interventi tesi a legittimare la guerra in Etiopia, a differenziare la nazione austriaca da quella tedesca, o a rifiutare la dottrina della razza dei nazionalsocialisti. La polizia segreta fascista lo considerò però sempre un incorregibile antifascista. Verso la fine del 1937 Coudenhouve-Kalergi diede alle stampe la sua opera „Stato totale – l’uomo totale“ dalle tendenze moderatamente antifasciste la cui introduzione in Italia fu proibita. Ciononostante cercò ancora nel 1938 dall’esilio svizzero – ora però invano – la collaborazione con il fascismo.</description><identifier>ISSN: 0079-9068</identifier><identifier>EISSN: 1865-8865</identifier><identifier>DOI: 10.1515/qufiab-2018-0015</identifier><language>eng</language><publisher>Berlin: De Gruyter</publisher><subject>Anti-fascism</subject><ispartof>Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 2019-03, Vol.98 (1), p.326-369</ispartof><rights>2019 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston</rights><oa>free_for_read</oa><woscitedreferencessubscribed>false</woscitedreferencessubscribed></display><links><openurl>$$Topenurl_article</openurl><openurlfulltext>$$Topenurlfull_article</openurlfulltext><thumbnail>$$Tsyndetics_thumb_exl</thumbnail><linktopdf>$$Uhttps://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/qufiab-2018-0015/pdf$$EPDF$$P50$$Gwalterdegruyter$$H</linktopdf><linktohtml>$$Uhttps://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/qufiab-2018-0015/html$$EHTML$$P50$$Gwalterdegruyter$$H</linktohtml><link.rule.ids>314,776,780,27901,27902,66725,68509</link.rule.ids></links><search><creatorcontrib>Thöndl, Michael</creatorcontrib><title>Richard Nikolaus Graf Coudenhove-Kalergi, die „Paneuropa-Union“ und der Faschismus 1923–1938</title><title>Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken</title><description>In un primo momento Coudenhouve-Kalergi concepì la „Paneuropa“ come un’unione di stati democratici. Purtuttavia tentò già nel 1923 di coinvolgervi anche il fascismo, considerandolo una potenza legittima per combattere il bolscevismo. In quanto deciso avversario del nazionalsocialismo, sperava fin dal 1933 che Mussolini avrebbe garantito l’indipendenza dell’Austria. Tra il 1933 e il 1936 propagò una „Paneuropa fascista“, ma la nascita dell’„asse“ tra l’Italia e la Germania portò a un suo – inizialmente poco convinto – distacco dal fascismo. Fino a quel momento il dittatore italiano e la diplomazia italiana avevano cercato di utilizzare i suoi contatti politici, aprendogli in cambio la possibilità di pubblicare in Italia interventi tesi a legittimare la guerra in Etiopia, a differenziare la nazione austriaca da quella tedesca, o a rifiutare la dottrina della razza dei nazionalsocialisti. La polizia segreta fascista lo considerò però sempre un incorregibile antifascista. Verso la fine del 1937 Coudenhouve-Kalergi diede alle stampe la sua opera „Stato totale – l’uomo totale“ dalle tendenze moderatamente antifasciste la cui introduzione in Italia fu proibita. 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Purtuttavia tentò già nel 1923 di coinvolgervi anche il fascismo, considerandolo una potenza legittima per combattere il bolscevismo. In quanto deciso avversario del nazionalsocialismo, sperava fin dal 1933 che Mussolini avrebbe garantito l’indipendenza dell’Austria. Tra il 1933 e il 1936 propagò una „Paneuropa fascista“, ma la nascita dell’„asse“ tra l’Italia e la Germania portò a un suo – inizialmente poco convinto – distacco dal fascismo. Fino a quel momento il dittatore italiano e la diplomazia italiana avevano cercato di utilizzare i suoi contatti politici, aprendogli in cambio la possibilità di pubblicare in Italia interventi tesi a legittimare la guerra in Etiopia, a differenziare la nazione austriaca da quella tedesca, o a rifiutare la dottrina della razza dei nazionalsocialisti. La polizia segreta fascista lo considerò però sempre un incorregibile antifascista. 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