THE (LOST) VIOLIN CONCERTO RV 316 BY VIVALDI: ITS RECONSTRUCTION AND DATING

Com'è noto, tra luglio 1713 e luglio 1714 Johann sebastian Bach trascrisse per strumento a tastiera solo – organo e clavicembalo – (perlomeno) ventun concerti 'moderni', composti soprattutto da noti maestri italiani: alessandro e Benedetto Marcello, Giuseppe torelli e antonio Vivaldi....

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Veröffentlicht in:Studi vivaldiani 2018-01 (18), p.69
1. Verfasser: Ammetto, Fabrizio
Format: Artikel
Sprache:eng ; ita
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creator Ammetto, Fabrizio
description Com'è noto, tra luglio 1713 e luglio 1714 Johann sebastian Bach trascrisse per strumento a tastiera solo – organo e clavicembalo – (perlomeno) ventun concerti 'moderni', composti soprattutto da noti maestri italiani: alessandro e Benedetto Marcello, Giuseppe torelli e antonio Vivaldi. di quest'ultimo, in particolare, ne rielaborò una decina, dei quali conserviamo il testo orchestrale originale, con la sola eccezione del Concerto per violino in sol minore, rV 316, il cui unico manoscritto conosciuto (darmstadt, Hessische landes- und Hochschulbibliothek, Ms. 4443) fu distrutto durante la seconda guerra mondiale. Grazie al testo trasmesso dalla trascrizione bachiana (BWV 975), si sa che i primi due movimenti di rV 316 condividevano materiale musicale comune con il Concerto per violino in sol minore, rV 316a, op. IV n. 6 (amsterdam, e. roger, 1716): in virtù di tali similitudini, Jean-Pierre demoulin incoraggiava – in un saggio del 2009 – una ricostruzione del Concerto (perduto) rV 316, considerandola un'operazione «semplice». In realtà, come viene dimostrato in quest'articolo, la situazione è ben più complessa, perché esistettero differenze significative – anche nei primi due movimenti – tra la versione utilizzata da Bach per la sua trascrizione clavicembalistica (rV 316) e il testo che Vivaldi consegnò alle stampe (rV 316a). Nel presente saggio, oltre a fornire una ricostruzione 'critica' di questo concerto per violino perduto, vengono discussi aspetti relativi alla relazione cronologica tra rV 316 e rV 316a, sulla base dei ripensamenti compositivi vivaldiani riscontrati (che investono aspetti strutturali, melodici, armonici e di orchestrazione): rV 316 sembrerebbe essere stato concepito intorno al 1710, mentre rV 316a sarebbe stato rielaborato e inviato ad amsterdam – insieme all'intera raccolta de La stravaganza, op. IV – intorno al 1715, e non prima, come presumeva e annunciava lo stesso Vivaldi nella premessa («alli dilettanti di Musica») all'Estro armonico, op. III (1711).
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Grazie al testo trasmesso dalla trascrizione bachiana (BWV 975), si sa che i primi due movimenti di rV 316 condividevano materiale musicale comune con il Concerto per violino in sol minore, rV 316a, op. IV n. 6 (amsterdam, e. roger, 1716): in virtù di tali similitudini, Jean-Pierre demoulin incoraggiava – in un saggio del 2009 – una ricostruzione del Concerto (perduto) rV 316, considerandola un'operazione «semplice». In realtà, come viene dimostrato in quest'articolo, la situazione è ben più complessa, perché esistettero differenze significative – anche nei primi due movimenti – tra la versione utilizzata da Bach per la sua trascrizione clavicembalistica (rV 316) e il testo che Vivaldi consegnò alle stampe (rV 316a). Nel presente saggio, oltre a fornire una ricostruzione 'critica' di questo concerto per violino perduto, vengono discussi aspetti relativi alla relazione cronologica tra rV 316 e rV 316a, sulla base dei ripensamenti compositivi vivaldiani riscontrati (che investono aspetti strutturali, melodici, armonici e di orchestrazione): rV 316 sembrerebbe essere stato concepito intorno al 1710, mentre rV 316a sarebbe stato rielaborato e inviato ad amsterdam – insieme all'intera raccolta de La stravaganza, op. IV – intorno al 1715, e non prima, come presumeva e annunciava lo stesso Vivaldi nella premessa («alli dilettanti di Musica») all'Estro armonico, op. 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Grazie al testo trasmesso dalla trascrizione bachiana (BWV 975), si sa che i primi due movimenti di rV 316 condividevano materiale musicale comune con il Concerto per violino in sol minore, rV 316a, op. IV n. 6 (amsterdam, e. roger, 1716): in virtù di tali similitudini, Jean-Pierre demoulin incoraggiava – in un saggio del 2009 – una ricostruzione del Concerto (perduto) rV 316, considerandola un'operazione «semplice». In realtà, come viene dimostrato in quest'articolo, la situazione è ben più complessa, perché esistettero differenze significative – anche nei primi due movimenti – tra la versione utilizzata da Bach per la sua trascrizione clavicembalistica (rV 316) e il testo che Vivaldi consegnò alle stampe (rV 316a). Nel presente saggio, oltre a fornire una ricostruzione 'critica' di questo concerto per violino perduto, vengono discussi aspetti relativi alla relazione cronologica tra rV 316 e rV 316a, sulla base dei ripensamenti compositivi vivaldiani riscontrati (che investono aspetti strutturali, melodici, armonici e di orchestrazione): rV 316 sembrerebbe essere stato concepito intorno al 1710, mentre rV 316a sarebbe stato rielaborato e inviato ad amsterdam – insieme all'intera raccolta de La stravaganza, op. IV – intorno al 1715, e non prima, come presumeva e annunciava lo stesso Vivaldi nella premessa («alli dilettanti di Musica») all'Estro armonico, op. 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Grazie al testo trasmesso dalla trascrizione bachiana (BWV 975), si sa che i primi due movimenti di rV 316 condividevano materiale musicale comune con il Concerto per violino in sol minore, rV 316a, op. IV n. 6 (amsterdam, e. roger, 1716): in virtù di tali similitudini, Jean-Pierre demoulin incoraggiava – in un saggio del 2009 – una ricostruzione del Concerto (perduto) rV 316, considerandola un'operazione «semplice». In realtà, come viene dimostrato in quest'articolo, la situazione è ben più complessa, perché esistettero differenze significative – anche nei primi due movimenti – tra la versione utilizzata da Bach per la sua trascrizione clavicembalistica (rV 316) e il testo che Vivaldi consegnò alle stampe (rV 316a). 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